24 Aprile 2024

L'Europa delle ACLI

Qual è il segreto del successo delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani? Lo abbiamo chiesto a Pino Tabbì, presidente delle ACLI in Germania e Carmine Macaluso, presidente delle ACLI della Baviera.
L’Europa delle ACLI
Carmine Macaluso con il primo borgomastro di Kaufbeuren, Stefan Bosse, in occasione dei festeggiamenti del quarantesimo della fondazione del Circolo ACLI.

«Solidarietà, integrazione, formazione e partecipazione attiva nella società ospitante: sono queste, da sempre, le parole chiave delle ACLI», le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, come ci spiega Pino Tabbì, dal novembre 2022 presidente delle ACLI in Germania, dopo oltre quarant’anni di impegno nelle ACLI del Baden-Württemberg. «Mi sono trasferito da Priolo (Siracusa) in Germania nell’agosto del 1980, e da subito mi sono avvicinato al mondo aclista. La funzione formativa che svolgevano le ACLI in quegli anni era fondamentale per la crescita e l’inserimento degli immigrati, ma per me divennero qualcosa di più. Dopo essere entrato a far parte del Consiglio regionale delle ACLI, ne divenni il referente. Cominciai così a lavorare per ampliarne i servizi e rafforzare i rapporti con le istituzioni tedesche».

Tra i momenti più significativi di questo lungo percorso, Tabbì ricorda la celebre marcia per la pace da Palermo a Ginevra nel 1983, in un momento clou della guerra fredda, e il lungo progetto di scambi interculturali tra i giovani della diocesi di Acireale e quelli della diocesi di Rottenburg-Stuttgart. «Le ACLI – prosegue Tabbì – hanno sempre sostenuto la crescita sociale, culturale e politica della comunità migrante, dando risposte ai suoi bisogni. Tante altre iniziative a carattere locale dimostrano questo impegno: dalle consulenze e dal sostegno a famiglie con tossicodipendenti, al consultorio per giovani famiglie e neomamme, passando per mostre, incontri sulla mafia, un centro di ascolto e consulenza psicologico per le donne italiane o che parlano italiano, e una forte attività di consulenza e informazione per i lavoratori, nuovi arrivati in Germania». 

«Purtroppo la pandemia ha dato un brutto colpo alle nostre attività, ma lentamente stiamo recuperando terreno» afferma Carmine Macaluso, presidente delle ACLI della Baviera e, in passato, dal 2005 al 2013, anche di quelle di tutto il Paese. «Qui a Kaufbeuren, dove risiedo e coordino le attività della sede locale, abbiamo il maggiore numero di iscritti di tutta la nazione, circa 200. C’è un problema di ricambio generazionale, ma storie come quella del gruppo di musica folkloristica “Folk-ACLI” fondato nel 1988 e in grado sia di rinnovarsi negli elementi che di girare mezza Europa reinterpretando musical e facendo conoscere, con successo, canzoni della tradizione siciliana, sono la prova che abbiamo seminato bene».

Rispetto a una volta non si viene più in Germania con la valigia di cartone. «Oggi chi arriva è più intraprendente e spesso è laureato. È disposto a fare la gavetta, magari mentre, nel frattempo, studia il tedesco. L’obiettivo di medio-lungo periodo è più alto di quello di ottenere un lavoro qualsiasi, come forse, invece, era un tempo». Per il suo impegno, Macaluso ha ottenuto anche una Croce al merito della Repubblica federale tedesca. «Ma tra le mie maggiori soddisfazioni c’è qualcosa di diverso – conclude Macaluso –: l’essere riuscito a fare gemellare Kaufbeuren con Ferrara. Due comunità cittadine distanti centinaia di chilometri si sono sentite improvvisamente vicine. È un rapporto destinato a durare, e che rinsalda il concetto di Europa unita».

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Data di aggiornamento: 24 Aprile 2024
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